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REVIEWS

La Cenerentola, Rossini festival, Pesaro, August 2000

Old-style farce clutters the show, Financial Times, 11 August 2000
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Una «Cenerentola» così bella da emozionare
Lorenzo Arruga, La Nazione 9 August 2000

PESARO - Cenerentola è virtualmente principessa. Vuol perdonare il
patrigno cattivo e le sorrelastre invidiose, che la guardano riottosi.
Sono presenti tutti, il principe e il suo seguito di uomini vestiti in
scuro con cappello nero. E ancora nel suo abitino color cenere
s'avvicina al suo vecchio caminone; dischiude la sua voce tenerissima:
«Nacqui all'affanno, al pianto»...

Allora accade una piccola cosa inaspettata. Il coro, ognuno come per
un'idea sua, si toglie il cappello. Voi che non c'eravate non potete
capirlo, ma in questo esatto punto più di uno di noi è venuto a trovarsi
nella situazione imbarazzante di non far vedere al vicino che si stava
spudoratamente commuovendo. Quel gesto, di rispetto improvviso, era
un'investitura, un affetto, il popolo che accetta e accoglie e ama la
ragazza venuta dal niente, la sua bontà, la sua forza, il suo destino.
Che invidia, verso quei coristi, verso quei signori in nero. Avrei dato
non so cosa per avere un cappello in testa e togliermelo anch'io.
Voi che non c'eravate non saprete forse la nostra gioia dell'altra sera.
«Cenerentola» veniva ripresa qui al Rossini Opera Festival da due anni
fa, nella regia di Luca Ronconi, al Palasport trasformato in teatro. Un
allestimento prestigioso e visionario, con le scene di Margherita Palli
e i costumi di Carlo Diappi, con il palazzo del patrigno in rovina
ridotto ad un ammasso di mobili disordinati su cui tutti camminano, con
un grande camino attraverso cui Cenerentola salirà per essere
trasportata da una cicogna in volo, attraversando tutto il palcoscenico,
nel camino del principe, durante la grande festa; con un cambio di scena
a vista applauditissimo in cui il palcoscenico con mobili si solleva e
sparisce su in soffitta. Ma spettacolo geniale anche per la grande idea
da cui nasce: recuperare la favola che Rossini lasciava inespressa,
sapendo che viveva negli ascoltatori, come vive tuttora.

Diretta da Carlo Rizzi, con un forte contrasto fra i tempi lenti e
quelli veloci, ed una magistrale precisione, aveva due protagonisti
della prima volta: il tenore Juan Diego Florez, fenomeno piovuto dal
cielo con l'acuto scintillante e la dolcezza incantata, attore intenso
in una crescita del personaggio dall'inizio alla fine, e Bruno Praticò,
che al patrigno sa dare tutta la meschinità e la simpatia che vi si
mescolano, dominando le parole e le frasi musicali con sapiente
fantasia. Ma c'eran per il resto nuovi interpreti, e sono entrati con
una bravura, una dedizione e una gioia meravigliose. Sono il baritono
Roberto De Candia, dilagante e spassoso, il basso Nicola Ulivieri,
fraseggiatore intenso eccellente, il soprano Ekaterina Morozova, che
nella sua aria ha messo in mostra grinta e classe, ed una generosa,
magnifica Sonia Prina. Nuova era anche Cenerentola, Sonia Ganassi, così
incantevole, perfetta, ammaliante, che alla fine anche le acrobazie
erano finezze dell'anima.

Non un pelo di retorica, d'enfasi, in nessuno, non furbizia, non
reticenza. Si ride alle battute dello splendido libretto di Ferretti, si
apprezzan coro e orchestra, si ammirano le miracolose architetture degli
insieme e l'ardimento vittorioso eppur raccolto delle arie; e intanto si
vive una rivincita sul mondo: chi aveva ragione, poveri, brutti, nemici
del teatro d'opera? Si può dunque vivere tutti insieme, complicemente,
una gioia che da portar via e lasciar crescere. Se non l'avete ancora
capito, provate a venir qui, una di queste sere.


Old-style farce clutters the show
David Murray, Financial Times, 11 August 2000

Rossini's Cenerentola gets a heavy, cluttered production from Ronconi,
who used to be famous in the 1970s and 1980s for big, irreverent
circus-style shows. But La Cenerentola doesn't begin to be, in that
sense, a "show" at all: it is neat, rather small and perfect, and
Ronconi's gross inflation does nothing for it.

From the original production the Peruvian tenor Juan Diego Florez's
Prince and Bruno Pratico`'s Don Magnifico (Cinderella's horrid
stepfather) return: the latter skilful and highly practised without any
sense of gleeful caricature, the former poised and superbly lyrical - a
Prince among a thousand hard-working tenors. Young Nicola Ulivieri
wields a noble bass as the mysterious "philosopher" Don Alidoro.

All the women are new. The stepsisters are competent and unremarkable
(though Clorinda for once gets her extraneous "Sventurata!" aria, which
is probably not by Rossini), the gentle, placid Cinderella (Sonia
Ganassi) disarming and then, in "Non piu` mesta", properly dazzling.
They would all be better found in something other than Ronconi's
ponderous, unfunny staging in the Palazzo dello Sport.

(c) The Financial Times Limited

This page was last updated on: August 27, 2002