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Verdi Requiem, Accademia di Santa Cecilia, Rome, November 2005
Giuseppe Sabbatini in the Verdi Requiem, Rome 2005


Pappano, il Requiem ma senza apocalissi
Luigi Bellingardi, Corriere della Sera, 14 November 2005

Verdi nutriva per Alessandro Manzoni una venerazione infinita, considerandolo l'unico «Santo» del personale suo calendario. E il musicista che dichiarava di non essere credente, soltanto per Manzoni, per il cattolicissimo Manzoni, concepì una messa funebre dando voce agli impulsi del cuore e al proprio disperato sgomento al cospetto del mistero della morte. A questo vero senso dell'angoscia verdiana si è riallacciato Antonio Pappano nella «Messa da Requiem».

Ove il fluire dell'eloquio musicale non ha perso mai di vista il profondo spirito che anima la partitura, quella forza drammatica sempre intrisa di umanità. Tra i momenti di maggior intensità emozionale si ricordano il «Quid sum miser» in cui la mestizia della frase melodica è accresciuta dagli ostinati lamenti del fagotto obbligato, ma anche l'infinita dolcezza del «Recordare», la varietà di accenti dell'«Ingemisco» e la struggente cantilena del «Lacrymosa».

Nessuna ricerca di effetti apocalittici, tanto meno di effetti teatrali: il maestro è stato sempre misuratissimo nel guidare con gesto sobrio ed essenziale il coro e nel dar risalto a certe trasparenze dei coloriti orchestrali. Ottima e concentratissima l'orchestra, superbo il coro, ben addestrato da Roberto Gabbiani. Accanto al soprano Tamar Iveri e al basso Ildar Abdrazakov, si sono particolarmente distinti il mezzosoprano Sonia Ganassi e il tenore Giuseppe Sabbatini. Alla fine standing ovation, meritatissima, per tutti.


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This page was last updated on: December 8, 2005