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«THE AIDA AFTERMATH»
Part 2 - December 2006
La Repubblica, 12 December 2006, page 53

Alagna: "Un complotto, ma io tornerò", La Repubblica, 12 December 2006
Zeffirelli: 'Si è comportato come un ragazzino', Il Resto del Carlino, 12 December 2006
Melodrama at La Scala: Audience boos, tenor walks, Associated Press, December 11, 2006
La Scala secouée par la sortie fracassante de Roberto Alagna, Tageblatt, 12 December 2006
La difesa di Radames "Decida il pubblico", La Repubblica, 12 December 2006
Come on Roberto, take a deep breath and try again, The Telegraph, 12 December 2006
Entretien Roberto Alagna: pourquoi j'ai craqué, Le Monde, 14 December 2006
After La Scala Boos, a Tenor Boos Back, The New York Times, 13 December 2006
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Alagna: "Un complotto, ma io tornerò"
Paola Zonca, La Repubblica, 12 December 2006

Scoppia la polemica. Il tenore contestato: "Giovedì sarò regolarmente in scena". Il teatro: "Non se ne parla"

MILANO - Me ne vado, anzi resto. Dopo l´abbandono nella seconda recita di Aida alla Scala al termine dell´aria "Celeste Aida", il tenore Roberto Alagna ci ripensa: «Il 14 mi presento e ritorno vincitor» afferma in una conferenza stampa convocata nell´albergo milanese dove alloggia. Un tentativo di riavvicinarsi al teatro, che però la Scala respinge con una durissima nota di quattro righe del sovrintendente Stéphane Lissner: «Sono venuto a conoscenza della richiesta di Roberto Alagna di rientrare per le prossime recite. Purtroppo il suo comportamento ha provocato uno strappo definitivo tra l´artista e il pubblico, che la Scala non ha alcuna possibilità di ricucire».

Un caso che potrebbe finire in tribunale. Alagna, prima di conoscere la risposta della Scala, annuncia: «Se non mi fanno cantare, faccio causa per inadempienza contrattuale. Impossibile che la Scala denunci me: ha pagato al mio sostituto un cachet inferiore al mio, dunque ha risparmiato, e pure a parità del prezzo del biglietto. E poi quale danno di immagine ha subito? Ha avuto la più grande pubblicità degli ultimi anni: se ne parla in tutto il mondo». Il teatro, però, si sente in una botte di ferro: col suo gesto, Alagna ha di fatto rescisso il contratto. Lui, in serata, replica: «Ho parlato con Lissner, gli ho chiesto di ripensarci. Facciamo decidere al pubblico: se mi vogliono sono pronto a tornare e a dire che ho sbagliato. Altrimenti, ho fatto bene ad andarmene» sostiene, ma sembra il tentativo disperato di chi non ha vie d´uscita. Poi fa riferimento anche al suo malessere: «Domenica ero in ipoglicemia. Per questo ho dovuto abbandonare».

Prima, però, la versione era un´altra: complotto. «Una settimana dopo essere arrivato a Milano, ho ricevuto telefonate anonime: quando canterai la frase "un esercito di prodi", qualcuno griderà "ce ne basta uno" (il riferimento è al premier, ndr), dicevano» racconta il tenore. «Me l´hanno dovuta spiegare: non sono informato sulla vita politica italiana». Rivela altri episodi: «Mi sono ritrovato il sostituto in camerino a fare vocalizzi prima della seconda recita. Capito? Era già pronto. Poi scaldo la voce e nessuno mi considera, quasi fossi un appestato. Entro in scena, e prima che apra bocca c´è un "buu", subito zittito». Infine i fischi, dopo "Celeste Aida", cantata «come a me non piace, più rustica, più guerriera, senza curare il fraseggio, per piacere a loro, ma non è servito». Quindi, il gesto clamoroso: «Come si fa a restare in scena se ti fischiano e il resto del pubblico non ti difende?» dice Alagna. «Fossi rimasto, avrei rischiato la stecca. Sono restato in teatro fino al terzo atto: pensavo che qualcuno invocasse il mio nome. Non ho mancato di rispetto al pubblico, anzi ho rispettato la sua volontà. E non ho perso la testa».

Nessuna scusa, dunque: «A Radames i sacerdoti dicono "discolpati!", lui preferisce andare a morte», dice il tenore, candidato per la gara di Sanremo col brano "Schiavo d´amore". Da Berlino parla la moglie di Alagna, il soprano Angela Gheorghiu: «Sono dispiaciuta per Roberto, per il teatro. Per ora non cancello le recite di Traviata alla Scala in luglio». Coppia imprevedibile la loro: il 7 dicembre la cantante ha cancellato per malattia una recita di Romeo e Giulietta alla Deutsche Oper, e circolano voci che il Covent Garden abbia rotto il rapporti con lei. Stasera, alla Scala, Radames sarà Walter Fraccaro, come era già in programma. 

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Zeffirelli: 'Si è comportato come un ragazzino'
Il Resto del Carlino, 12 December 2006

Lo spettacolo, come sempre, continua, anche se Franco Zeffirelli, che ha lavorato con la Callas e Placido Domingo, non può fare a meno di ricordare, con amarezza, che «i tempi delle grandi compagnie non esistono più, e che servirebbe una scuola di difesa dell'opera».

Inizia in tono mite, il maestro Zeffirelli, ma termina in crescendo. Proprio come il tenore traditore, Roberto Alagna, che ha compiuto il gesto più plateale della storia della lirica, abbandonando l'Aida e la Scala domenica in pieno primo atto. «Quello che è accaduto? Ma... normale amministrazione. Sono dubbìe... Alagna era da sempre un po' nervosino nell'affrontare il ruolo di Radames, che non è esattamente nel suo registro, e non ha retto. Ma ha avuto un atteggiamento non professionale».Solo non professionale?«Certo la cosa non è giustificabile, un cantante per correre non basta che abbia la voce, gli occorre una vita di disciplina. A una prima della Scala un tenore non può innervosirsi come un ragazzino. Sono cose inaccettabili».

Quindi?
«Quindi, cosa vuole, io dovrei fare La Traviata a Roma proprio con lui e la moglie (Angela Gheorghiu, debutto previsto 20 aprile ndr.). Lei è più intelligente di lui, la conosco bene, eravamo d'accordo sul lavorare insieme. Poi è arrivato Alagna dicendo: "Voglio cantare la tua Traviata". Ho detto va bene, ma adesso gli è venuta questa sindrome di persecuzione. Io sono molto imbarazzato, non credo che potrò accettare di lavorare con un tenore che ha fatto uno sgarbo così feroce e stupido alla Scala».

Ma il Radames di Alagna, come molti critici hanno scritto, era veramente così debole?
«Col mercato attuale un Radames non esiste, inutile stare a cercarli. Non ci sono. Ci sono molti baritoni, mezzi soprani, ma c'è una carenza straordinaria di tenori drammatici. Infatti non si fa più Il Trovatore, non si fa tutto quel repertorio, perché nel mondo non esistono più i cantanti per realizzarlo.
Alagna ha una voce molto bella, io l'avevo provato l'estate scorsa a Orange ed era convincente, ma il suo carattere è imprevedibile».

E in fondo alla prima il Loggione l'aveva applaudito, anche se meno di Roberto Bolle.
«Certo, forse in altri tempi il Loggione avrebbe protestato molto più vivacemente, ma sia noi che il mondo della lirica sappiamo che, non esistendo scelta di voci per Radames, bisogna accontentarsi anche di un cantante che ha qualche defaillance. Comunque il suo nervosismo stupido, da ragazzino poco spiritoso, non si spiega. Un artista può anche reagire, ma con spirito. In fondo alla prima era stato applaudito con molta convinzione, e poi recita anche discretamente oltre a cantare bene in modo piacevole. C'era stato qualche parere negativo, sono cose che succedono. Non è che un calciatore smette di giocare se lo fischiano in campo».

Cosa accadrà ora?
«Nulla, avevamo già lavorato con gli altri due tenori, anche al Bolscioi, sono egregi. Si andrà avanti con o senza Alagna. Certo era meglio se non succedeva, ma il pubblico ha reagito molto civilmente, ha applaudito lo stesso lo spettacolo di domenica. Il pubblico milanese della Scala ha qualità davvero molto rare».
Lo spettacolo, come sempre, continua, anche se Franco Zeffirelli, che ha lavorato con la Callas e Placido Domingo, non può fare a meno di ricordare, con amarezza, che «i tempi delle grandi compagnie non esistono più, e che servirebbe una scuola di difesa dell'opera».
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Melodrama at La Scala: Audience boos, tenor walks
The Associated Press, December 11, 2006

The tiered balconies of Milan's La Scala opera house are the known refuge of some of the most scathing critics in theater, showering boos at any mistake. Even Luciano Pavarotti has received whistles.

But tenor Roberto Alagna is the first singer in memory to leave La Scala's stage in the middle of a performance - walking out after the opening aria of Verdi's "Aida."

There won't be any second act at La Scala for Alagna.

The management of the venerable Milan opera house, where Verdi brought "Aida" directly from its Cairo premiere, said Alagna would not sing the remaining scheduled performances.

"It's been brought to our attention Roberto Alagna's intention to return to La Scala for the next performance," spokesman Carlo Maria Cella said. "His behavior has created a rift between the artist and the audience, and there is no possibility of repairing this relationship."

Cella said that technically Alagna had broken his contract, and that the legal office would evaluate what action to take - taking into consideration that the tenor's departure puts into question a recording for a DVD release of "Aida" by RAI public television.

"He did not leave because he was sick; he left voluntarily," Cella said.

Alagna told a news conference Monday that the Milan public had been against him from the beginning, and lashed out at critics who panned his opening-night performance Thursday.

Alagna said he heard a boo when he walked on stage Sunday, and then a shush. After the bad reviews, Alagna said he reverted to a more "soldierly" version of the "Celeste Aida," dropping some flourish and romanticism, but the boos came all the same.

"I finished without the slightest error and from the balconies came a 'bravo!' and right after that boos and whistles," Alagna said. "I thought the audience would have defended me, but it didn't. So I obeyed the audience that demonstrated that it did not want me."

"If I don't have the joy of singing, I can't do it. I have to quit," he said. "To sing with whistles and boos, you risk singing off-key. It puts the voice at risk."

Alagna was replaced seconds later by a stunned understudy, Antonello Palombi, who rushed on stage wearing jeans and a black shirt. General manager Stefan Lissner apologized to the audience before the third act.

"In many years at La Scala, I had never seen anything like what happened tonight," conductor Riccardo Chailly told reporters after the performance.

While Lissner was critical of the audience's behavior, he also criticized Alagna for "an obvious lack of respect to the public and the theater."

The boos came from La Scala's balconies, the realm of the "loggionisti," the well-studied opera-goers who line up for hours for the cheapest seats and listen intently for any errors.

Among those famously booed at La Scala were Luciano Pavarotti and Renee Fleming - though neither walked off. Perhaps the most notorious incident of opera interrupted was in January 1958, when an ailing Maria Callas canceled after the first act of the Rome Opera House season opening of Bellini's "Norma," with the president of Italy in the audience. That became known as the "Rome Walkout."

The Alagna incident opens La Scala's season with a note of melodrama. The opera house, which reopened in December 2004 after three years' of renovation, is still trying to find its creative footing after Riccardo Muti's 2005 resignation amid tense relations with the orchestra.

Director Franco Zeffirelli's extravagant production of "Aida" was meant to ring the triumphal return of La Scala to the international cultural scene, and Thursday's opening was a popular success - receiving 15 minutes of applause from an audience full of leading political, cultural and business figures - including Italian Premier Romano Prodi and German Chancellor Angela Merkel.

Critics were more lukewarm on both the production and, in particular, Alagna's singing.

"According to what I heard, he should go away and not come back," said opera critic Elvio Giudici, who was in the audience Sunday night. "He behaves as though he is (Enrico) Caruso, but he is just Alagna - a modest tenor."
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La Scala secouée par la sortie fracassante de Roberto Alagna
Tageblatt (Luxembourg Edition), 12 December 2006

La sortie de scène fracassante du ténor Roberto Alagna en pleine représentation d'Aïda dimanche à la Scala de Milan a plongé la direction du théâtre lyrique dans l'embarras, alors que la première de l'opéra mis en scène par Franco Zeffirelli avait fait un triomphe.

Roberto Alagna a indiqué lundi qu'il était prêt à reprendre son rôle jeudi après que son geste eut été qualifié de »très fâcheux» par le directeur de la Scala, le Français Stéphane Lissner.

Dimanche soir à Milan (nord de l'Italie), Alagna, qui joue le général égyptien Radamès dans l'opéra de Giuseppe Verdi, avait brusquement quitté la scène après avoir été sifflé et hué par une poignée de spectateurs au cours de son interprétation de l'aria d'ouverture »Celeste Aïda».

Après un bref instant de panique, le ténor Antonello Palombi, doublure d'Alagna, avait déboulé sur la scène en jeans noir et chemise, la voix non échauffée, mais avait sauvé la représentation et avait même été longuement applaudi à l'issue de sa prestation.

»Les sifflets ont commencé avant même que je ne chante», a raconté lundi à l'AFP le ténor français, joint par téléphone, dénonçant »une sorte de cabale».

»J'ai compris que la salle était hostile. Or, le problème quand une salle est hostile, c'est qu'on a du mal à contrôler sa voix, et qu'elle risque de +craquer+», a ajouté le ténor, précisant avoir préféré quitter la scène plutôt que de se mettre en danger vocalement.

»Je suis encore prêt à refaire un essai. Maintenant s'ils (les spectateurs) ne veulent pas de moi, je ne peux pas les forcer», a ensuite précisé le chanteur, en lançant à l'attention des mélomanes milanais: »Vous avez passé vos nerfs, maintenant essayons de faire du bon boulot».

»J'attends des nouvelles de la Scala, j'avais un contrat de sept représentations. Si je pars de la Scala, je serai en tort», a-t-il ajouté.

Dans la journée, le directeur général et artistique de la Scala Stéphane Lissner a annoncé que Roberto Alagna serait remplacé au cours de la soirée du mardi 12 décembre par le ténor Walter Fraccaro, qui a déjà interprété le rôle de Radamès dans d'autres mises en scène d'Aïda.

Stéphane Lissner a qualifié lundi le geste d'Alagna de »très fâcheux» et a parlé d'un »manque évident de respect envers le public et le théâtre», dans un communiqué.

La représentation de dimanche était la première pour le grand public après la soirée inaugurale jeudi soir devant un parterre de personnalités politiques et de célébrités triées sur le volet, qui avaient fait un triomphe à Aïda avec treize minutes d'applaudissements.

Dimanche, c'est en revanche un auditoire de spécialistes et de fidèles de la Scala qui avait pris place dans le théâtre. Une partie n'a pas semblé apprécier la prestation du ténor, partageant ainsi l'appréciation plus que tiède des critiques musicaux à l'encontre d'Alagna.

Les journaux italiens avaient en effet unanimement acclamé la mise en scène »grandiose et colossale» de Franco Zeffirelli, mais avaient réservé leur seul bémol à l'interprétation d'Alagna.

»J'ai été très bon, dommage pour ceux qui ne l'ont pas compris», avait alors réagi Roberto Alagna (43 ans), déplorant que le célèbre théâtre lyrique ressemble à »une arène».

Neuf autres représentations de l'opéra sont prévues en décembre et en janvier à la Scala.

Pour sa cinquième mise en scène de l'opéra en quatre actes de Giuseppe Verdi, qui signe également son retour dans le théâtre lyrique de ses débuts, Franco Zeffirelli, 83 ans, a fait appel à 350 chanteurs, choristes, danseurs et figurants.
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La difesa di Radames "Decida il pubblico" 
Andrea Montanari, La Repubblica, 12 December 2006

Stephane, ripensaci. Adesso siamo tutti troppo nervosi. Prendiamoci ancora due o tre giorni prima di decidere. Non mi pento di quello che ho fatto, ma ora deve essere il pubblico a scegliere se devo cantare ancora alla Scala nella recita del 14». Questo l´appello al sovrintendente alla Scala Lissner del tenore Roberto Alagna, il Radames dell´Aida inaugurale firmata da Franco Zeffirelli, che ieri ha rilanciato la sua sfida, dopo lo strappo con il Piermarini, provocato dal suo abbandono della seconda recita del capolavoro di Giuseppe Verdi per protesta contro i fischi di una parte degli spettatori. «Se il pubblico mi applaudirà, riconoscerò di aver sbagliato. Altrimenti vorrà dire che ho avuto ragione ad andarmene l´altra sera. È stato un complotto di chi non voleva che tornassi in questo teatro».

Roberto Alagna, per la verità il sovrintendente Lissner le ha già risposto: dice che lo strappo con il pubblico della Scala è definitivo.
«A me non ha detto le stesse cose. L´ultima telefonata si è chiusa con un: ti abbraccio. Siamo amici da anni e resteremo tali comunque. Capisco che lui sia costretto a dire certe cose, ma continuo a sperare che le cose si possano ancora mettere a posto. Strano, comunque, in questo Paese tutti possano sbagliare tranne un tenore alla Scala».

Ammette di aver sbagliato l´altra sera, dunque?
«No. È proprio per rispettare chi non voleva ascoltarmi che me ne sono andato. La cosa strana è che alla Scala nessuno ha pensato di sentire che ne pensa chi ha già acquistato i biglietti per le altre mie recite. È giusto che queste persone non dicano nulla?».

Se non la faranno cantare farà causa al teatro?
«Finora è la Scala che mi ha scritto minacciando una causa».

Il teatro sostiene che ormai si è consumato uno strappo con il pubblico scaligero.
«Sono pronto a rispettare il giudizio del pubblico, ma sia chiaro: sono tornato alla Scala con il cuore in mano. Non avevo nessuna paura, finché un mese fa non ho cominciato a sentire quello che alcuni mi dicevano in teatro».

Cioè?
«Quello che è successo l´altra sera era già stabilito. Non mi avrebbero mai permesso di tornare alla Scala dopo dieci anni di assenza con un trionfo. Per loro sarebbe stato un affronto».

Per loro chi?
«C´è una parte del pubblico che è contro di me a prescindere. Io ho solo difeso il mio lavoro. Ho cantato bene e non meritavo di essere intimidito. Sono tre giorni che non dormo. È stata una tensione tremenda. Mi sono sentito solo e abbandonato. Ma quando l´altra sera mi sono accorto di quello che stava succedendo mi sono detto: devi fermarti se non vuoi fare la fine di Pavarotti».

Prego?
«Anche Big Luciano fu contestato durante la Prima del "Don Carlo". Così si innervosì ed ebbe un calo di voce. Ho capito che poteva succedere anche a me e volevo solo evitare il peggio. Io sono un artista sensibile».

Non pensa che anche le sue precedenti dichiarazioni siano state lette dal pubblico come una provocazione?
«Non credo. Quando ho detto che non avrei più cantato alla Scala avrebbero dovuto essere contenti. In fondo, chi non mi apprezza aveva raggiunto il suo scopo. Invece hanno aspettato la seconda recita per fischiarmi».

Nessuna autocritica?
«In questo Paese non c´è libertà, se tutti possono dire quello che vogliono di me, ma io non posso farlo. Alla prima ho cantato bene. C´è la registrazione che lo prova. Come fanno a dire che non sono nella parte?».

Molti sostengono che la sua voce non è più quella di una volta.
«Non è vero. Anzi la mia voce è migliorata negli anni. Alla prova generale tutte le maestranze mi hanno abbracciato. L´altra sera, alla seconda recita, proprio per accontentare il pubblico ho cantato Celeste Aida in modo più guerriero, dato che qualcuno aveva detto che alla prima sembrava una ninna nanna. Ma è stato peggio».

E solo per questo si abbandona uno spettacolo alla Scala? Anche il maestro Chailly ha commentato che una cosa del genere non gli era mai capitata.
Se ha detto così, mi arrabbio anche con lui. Lo sapeva che volevo cancellare la seconda recita di Aida. Lo avevo avvisato di quello che poteva succedere. Ma lui ha fatto finta di non capire e ha voluto che cantassi a tutti i costi. Mi ha detto di stare tranquillo, che non sarebbe successo nulla». 
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Come on Roberto, take a deep breath and try again
Rupert Christiansen, The Telegraph, 12 December 2006

Poor old Roberto Alagna, who stomped furiously off the sacred stage of La Scala, Milan, on Sunday night after his singing of the opening aria of Verdi's Aida was booed from the gallery.

Celeste Aida is nightmarishly difficult for any tenor, and not even Pavarotti or Domingo managed to finish it with the exquisite diminuendo that the score prescribes.

I heard Alagna at Aida's first performance on Thursday and thought that he made a very creditable job of it, as did the audience.

By the end of the evening, however, amid the tumultuous applause for Franco Zeffirelli's astonishing production and Riccardo Chailly's superb conducting, it was clear that something had gone wrong.

Alagna had continued to sing sturdily, steadily and conscientiously; the worst aspect of his performance was probably the ludicrous Cuban heels that he was vainly wearing in an attempt to bring himself up to the level of his Junoesque Aida, Violeta Urmana.

But someone in the gallery had it in for him. As he came out in front of the curtain to take a solo call, a few cheers and a loud boo were heard. I guess that Alagna knew the latter was coming. He waved and smiled in the direction of the noise, making an ironic thumbs-up gesture and appearing to take the insult sportingly.

But he must have been very disappointed that he had been humiliated at such a high-profile occasion, and I didn't see him at the celebratory banquet afterwards.

On Sunday, his patience evidently snapped as his persecutor struck again. An understudy took over in dinner jacket, and Alagna did not return to the stage.

He will have done himself no favours by this display of unprofessionalism, but he has some of my sympathy. Many great artists  Callas, Pavarotti, Caballe and Fleming included  have suffered from the partisan hostility of La Scala's impassioned audience, and Alagna must justifiably have felt that the booing was motivated by a personal grudge rather than objective artistic judgment.

What has gone wrong? When he first emerged on the scene some 15 years ago, he was instantly labelled "the fourth tenor", as the press rushed to hail him as the successor to Domingo, Pavarotti and Carreras.

That success came too fast for sanity, and he has subsequently struggled to keep his place at the top as other younger stars such as Juan Diego Florez and Rolando Villazón have overtaken him in popularity. The critics have also laid into him for taking on dramatic roles such as Radames in Aida that are essentially too heavy for his lyric tenor.

Alagna appears to be a somewhat fragile personality, warm and emotional but quick to take offence. There was a very unfortunate incident some years back when he sang La Bohème at the Opéra Bastille and refused to join his fellow singers in acclaiming another singer who had sprained her ankle during the performance.

Covent Garden has become impatient with him too. He was scheduled to sing Don José in the Royal Opera's new production of Carmen but withdrew when the more glamorous offer of Aida at La Scala came up.

Speculation also rumbles over his relationship with his wife, the controversial Angela Gheorghiu. There certainly seems to have been some professional parting of the ways  they have different record contracts now and different agents.

This debacle doesn't spell the end for Alagna, who must have a diary packed with engagements for the next few years. He is still a considerable singer in the right repertory, and that single booer  who was probably chauvinistically motivated by the view that an Italian should have been cast  is outnumbered by his many fans.

But now Alagna faces a supreme test of nerve. Come on Roberto, take a deep breath and try again. Are you a true operatic trouper or just a tenor whose vanity got the better of him?
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Entretien Roberto Alagna: pourquoi j'ai craqué
Marie-Aude Roux, Le Monde, 14 December 2006

Roberto Alagna, vous avez quitté la scène de la Scala en pleine représentation d'Aïda, de Verdi, dimanche 10 décembre, après avoir été hué. Pourquoi ?

J'étais en état de choc. Je venais de finir la romance de Radamès, "Céleste Aïda", un bravo est parti des loges, aussitôt submergé par des "bouh". Je n'ai jamais été hué de ma vie. J'ai cru que le sol se dérobait sous mes pieds, je n'avais plus de souffle, j'ai dégrafé ma cuirasse de soldat et j'ai salué le public comme j'ai l'habitude de le faire, à la Cyrano, une main sur le front puis le bras levé. Et je suis parti. J'ai pensé revenir, mais le chanteur de la deuxième distribution, Antonello Palombi, est rentré sur scène en me bousculant, et l'orchestre n'a pas arrêté de jouer une seconde.

Il s'agirait donc, selon vous, d'une de ces cabales comme la Scala en a déjà connu ?

Depuis un mois, j'étais en butte à des vexations. Tous les jours, il y avait un petit truc. Du genre quelqu'un qui vous glisse "Tu as du courage !", ou bien "Tu n'as pas peur de reprendre le rôle après Carlo Bergonzi". La générale s'est bien passée, et la première a été un grand succès. Mais il y a eu un "bouh" dans la salle. Le lendemain, les journaux italiens ont titré "Triomphe pour tout le monde, bouh pour Alagna".

Le dimanche, j'arrive au théâtre pour la deuxième représentation. Trois individus m'attendaient à l'entrée. Ils m'ont fait un signe de la main qui signifiait "on va te casser".

Là-dessus, je trouve dans ma loge le ténor qui me double en train de se chauffer la voix. Dans les coulisses, tout le monde m'évitait. La représentation commence, et là, avant même que j'ouvre la bouche, une huée. J'ai chanté en tenant compte des critiques parues la veille. Ils trouvaient que c'était trop lent, j'ai pris un tempo plus rapide, que c'était trop romantique, je l'ai fait plus guerrier, le si bémol aigu final, je l'ai sorti en force comme ils voulaient alors que c'est écrit "piano" dans la partition. Et puis ça a été le déferlement.

Ne pensez-vous pas que le fait d'annoncer vos adieux à la Scala dans la presse au lendemain de la première a pu envenimer les choses ?

On ne m'a pas enseigné la diplomatie, on m'a appris à bien chanter. J'étais blessé et j'ai dit ce que je pensais aux journalistes de La Repubblica et de La Stampa. Je ne vois pas pourquoi un chanteur ne pourrait pas contester ce qui est écrit sur lui. Vous savez, il y a une grande différence entre l'image que le grand public se fait des chanteurs et la réalité. Au dîner avec les VIP le soir de la première, les artistes n'étaient même pas invités. Les chanteurs ont toujours peur d'être virés par les directeurs de salle, les chefs d'orchestre ou les metteurs en scène. Là, on en parle parce que c'est Alagna, mais des artistes de la production ont été remerciés sans avoir rien à dire.

Depuis un an, vous avez été fragilisé par des problèmes de santé. Etiez-vous assez en forme pour affronter la Scala ?

Qu'on écoute les retransmissions radio de la première ! Mais là, j'ai fait une crise d'hypoglycémie. Quand mon médecin est arrivé dans ma loge, mon taux de sucre était de 0,5 gramme au lieu des 1,10 normaux. Je ne pouvais, de toute façon, pas continuer. Je suis resté jusqu'au troisième acte, afin de récupérer. Plus personne ne me parlait. J'étais devenu un pestiféré. Quant à mes problèmes de santé, j'ai eu une année difficile depuis mon hospitalisation fin 2005. On m'a découvert une anomalie métabolique, avec un taux de plaquettes très bas. Mais j'avais remonté la pente, chanté Aïda à Orange cet été et tout allait très bien.

Stéphane Lissner, le directeur de la Scala, parle aujourd'hui de rupture de contrat et refuse d'envisager votre retour sur scène.

Je reste à Milan jusqu'au 14 décembre, date de la prochaine représentation. Stéphane Lissner et moi, nous nous sommes parlés et cela n'entachera pas notre amitié. Mais quand j'ai manifesté mon intention de revenir pour les prochaines représentations, il m'a répondu : "Je ne peux pas." Voilà la sanction.

On dit que j'ai bafoué le public, mais c'est lui qui m'a mis dehors. Enfin, quand je dis le public, ON m'a mis dehors. Il n'y a pas rupture de contrat. J'estime que je ne pouvais plus chanter dans ces conditions. Je me demande si derrière tout cela il n'y a pas une cabale contre Lissner qui m'a fait revenir à la Scala, dont Riccardo Muti m'avait écarté durant dix ans. Tout le monde n'apprécie peut-être pas que la Scala soit dirigée par un Français.

Au-delà du fait d'entrer à 43 ans dans le panthéon des chanteurs hués à la Scala, quelles pourraient en être les conséquences sur votre carrière ?

Il y a eu effectivement des précédents illustres, Anna Moffo dans La Traviata avec Karajan, ou Katia Ricciarelli dans Luisa Miller, de même Pavarotti, qui a toujours regretté d'être allé jusqu'au bout de Don Carlo et en a gardé une égratignure dans la voix. C'est vrai que mon geste risque de me coûter cher car le système des coproductions internationales fait que ce milieu est devenu tout petit. Il risque d'y avoir un procès. Sans parler de ma santé, car, depuis, je ne dors plus.

La médiatisation dont vous et votre épouse, la cantatrice Angela Gheorghiu, faites l'objet, les 400 000 exemplaires de votre disque sur Luis Mariano, n'y a-t-il pas de quoi perdre la tête ?

J'aime mon art et je suis fier de le défendre et de le faire connaître par tous les moyens. Je chanterais moins bien parce que j'ai fait un disque Mariano ? C'est ridicule. Quant à ma femme, nous n'avons pas chanté ensemble depuis trois ans. Et je n'ai fait, en tout et pour tout, que trois productions d'opéra avec mes frères David et Frederico. Je ne suis pas quelqu'un qui se monte la tête mais j'ai un tempérament sanguin dû à mes origines siciliennes. Et puis je suis un artiste, sinon je ne chanterais pas comme je chante.
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After La Scala Boos, a Tenor Boos Back
Daniel J. Wakin, The New York Times, 13 December 2006

In the history of operatic hissy fits, what happened at Teatro Alla Scala in Milan during "Aida" on Sunday night was a bravura performance.

Boos from La Scala's notoriously un-shy "loggionisti," the upper-balcony aficionado crowd, greeted the tenor Roberto Alagna after "Celeste Aida," his opening aria as Radames. He gave an unscripted military salute and promptly stalked off the stage. While the conductor Riccardo Chailly continued the performance, the stand-in, Antonello Palombi, was thrust on stage to finish the act in jeans. Two days later accusations of conspiracy, deception, violation of the theater's traditions and insulting the audience are flying.

La Scala's president and artistic director, Stéphane Lissner, has banned Mr. Alagna from the rest of the run, which lasts until Jan. 12, and said that his future at the house is in jeopardy. For his part Mr. Alagna has promised to sue the house for his fees, which he said are around $13,000 a performance.

"I meant nothing bad," a still audibly upset Mr. Alagna said in a telephone interview Tuesday from his Milan hotel. "I came there to sing, only to sing, not to insult or steal." He added: "I am a human being, not only a singer. When you sing badly, or do a crack, you can expect this kind of reaction, but I sang well."

Mr. Lissner said there was no way he would have Mr. Alagna back during the "Aida" run after what happened.

"He doesn't have any more respect for the audience, and the audience doesn't understand," Mr. Lissner said, also by telephone from Milan. "It's a kind of professionalism. The audience expects the singer is supposed to do the whole performance." As for scheduled performances by Mr. Alagna in "Manon Lescaut" next season, those were now up in the air, Mr. Lissner said.

"It's a possibility he will sing," Mr. Lissner said. "It's a possibility he won't sing. Nobody is prepared to have Mr. Alagna in this theater. But for the future, we will see."

Further, Mr. Alagna's wife, Angela Gheorghiu, has just withdrawn from a Royal Opera production of "Don Carlo" in London next season. A company spokesman said she was "uncomfortable" with the role.

The couple have had their problems in the past. Ms. Gheorghiu refused to wear a blond wig during a Metropolitan Opera tour of "Carmen" in Japan and was replaced by her understudy for a performance. The Met also withdrew a contract for the couple for "La Traviata," apparently over a dispute about the set design. They have since been invited back.

And of course midproscenium meltdowns are not unheard of in the opera world. Maria Callas declined to come back after the first act of "Norma" in 1958 in Rome. More recently Luciano Pavarotti failed to appear for what amounted to farewell performances at the Met in "Tosca" four years ago. Joseph Volpe, general manager of the Met, banished the soprano Kathleen Battle over her excessively divalike behavior.

But Mr. Alagna's act was particularly striking. Rarely does a singer walk off the stage as the music is playing.

Mr. Lissner professed to being baffled, though he said Mr. Alagna was depressed about lukewarm reviews from the glittery opening night performance on Thursday. He said he thought Mr. Alagna sang well on both nights, and that the boos Sunday night were not excessive. Some peopled cheered too, he said, adding that Mr. Alagna might have provoked any negative reaction with petulant comments in interviews over the weekend.

As soon as Mr. Alagna left the stage, Mr. Lissner said he ran back and spoke to him for half an hour, urging him to go back on. Both men are French.

The cancellations will also probably trouble executives at Decca Classics, which was making a DVD of the production. No decision has been made about whether to issue it, Mr. Lissner said.

Mr. Alagna poured out a different, sometimes conflicting version of events. He said the boos had started even before he began to sing. His throat grew dry and constricted. His blood sugar, as a doctor later found, was dropping.

"I left the stage because I was not well," he said. "I am an artist. I am very sensitive." He blamed La Scala for not halting the performance to give him a chance to recover, as normally happens when a singer is taken ill.

He denied that Mr. Lissner spoke to him for 30 minutes. "He told me just that, 'Return, or it will be very bad for you,' " Mr. Alagna said.

Then, he changed tack and said his salute reflected recognition that the public had spoken. "So be it. I respect your decision," he said. "If people don't like me, why do I have to force them to listen to me?" And yet, he continued, the real disrespect to the audience came from Mr. Lissner by canceling his performances. "Those people paid to see me, to hear me," he said.

He also hinted at darker forces arrayed against him, saying that the cover, Mr. Palombi, was already warming up in his dressing room before the performance, and that three mysterious figures made karate chop motions at him outside the stage door beforehand.

"There's something very strange," he said, adding that he may have been the inadvertent target of audience members who resent Mr. Lissner's French nationality.

He acknowledged that he may have made a mistake. "But everybody in this world can make a mistake and have a second chance," Mr. Alagna said. "They told me, 'Not here.' "
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This page was last updated on: December 15, 2006